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Una Vita


Una Vita, installazione ambientale, 2009.

I simboli di Una Vita sintetizzati nel suo inizio e nella sua fine che si ripetono. Una porta diaframmata: la nascita a cui si accede ad una stanza piena di terra: la morte. Agli angoli opposti due lampade di colore diverso. La scelta che rende ogni vita diversa dall’ altra si innalza a paradigma di ciò che ci fa Uomini. Nell’ininterrotta ciclicità del tempo la Scelta si configura come l’unica traccia della nostra esistenza destinata a permanere.

Installata nella cellula: Private Flat #5.5

Foto by: www.fammivedere.com

La fede italiana


La fede italiana, street performance, amplificatore su via cittadina, proiettore su facciata di chiesa, 2008.




23 giugno 2008
Partita Italia-Spagna quarti di finale dell' europeo 2008.
Un gruppo sempre crescente di persone dall'inizio della partita si raccoglie davanti alla facciata della chiesa del Cenacolo di Fuligno in via Faenza a Firenze.
L'occasione di questo assembramento è la street performance che invade la via con il sonoro della partita in diretta e la proiezione delle immagini sulla facciata della chiesa stessa.
Atto blasfemo, o riflessione sulla potenza della fede?
Cosa significa nella contemporaneità credere?
La partita che si gioca non a caso è tra le due vecchie "cattolicissime" Italia e Spagna.

Performance realizzata con Vincenzo Fiore.


Teoria di relatività



Teoria di relatività, Installazione cinetica (fotografie, legno, motori elettrici) ,
70x236 cm, 2006


Esiste nella realtà un alto ed un basso, o semplicemente è il nostro modo di vedere le cose, dovuto all’abitudine, che ci fa decodificare lo spazio intorno a noi? Che cosa succede alla nostra percezione nel momento in cui, togliendo i punti di riferimento, un’ immagine moltiplica i suoi punti di vista? Lo spazio, in sostanza, è una struttura oggettiva o è soltanto una modalità relativa nel rapporto soggetto-oggetto?

L’installazione cinetica “TEORIA DI RELATIVITA’” propone allo spettatore di entrare dentro questa ipotesi e di sperimentarla visivamente dando ad ognuno la possibilità di moltiplicare le proprie interpretazioni. L’opera è interattiva: lo spettatore può far ruotare le fotografie premendo i pulsanti sottostanti. In questo modo ho cercato di affrontare il problema della “distanza” che spesso si crea tra lo spettatore e l’autore dovuto ad una fruizione spesso contemplativa e non attiva imposta dai musei. L’artista e lo spettatore possono dialogare, pensare assieme; l’opera d’arte è il mezzo. Più che un’ opera da ammirare vorrei proporre un’esperienza visiva.

L'opera è stata esposta in occasione di Private Flat#2


Mind the mind





Mind the mind, installazione ambientale (tubi, provini fotografici, torce elettriche), 2006

In un corridoio dei tubi neri inclinati formano uno spazio decostruito in cui sono intrecciati dei provini fotografici a striscia. Le foto non sono selezionate ma sono poste nella continuità in cui sono state realmente scattate, lo spazio fisico le pone in vicinanza con altre scattate in tempi diversi. Lo spettatore entrando in questo luogo in penombra con una torcia elettrica scopre lentamente le fotografie in modo casuale ed è come se scoprisse il groviglio di ricordi nella mia mente.
Si instaurano cosi' delle vicinanze fisiche tra immagini scattate anche in tempi diversi.
Un ricordo infatti puo' essere evocato da un'esperienza anche se lontano nel tempo.
Il fascino del nostro cervello è che non elimina del tutto la casualità nel ricordare.

L'opera è stata esposta in occasione di Private Flat#1